È la cover story del nuovo Billboard: il manager Guy Oseary ha fondato una supersocietà con Live Nation e altri otto professionisti, Clarence Spalding, Larry Rudolph, Gee Roberson, Scott Rodger, Cortez Bryant, Ron Laffitte, Adam Leber, Caron Veazey. I nomi non dicono granché al pubblico, ma nel complesso gestiscono due dozzine fra i maggiori artisti del pianeta, dagli U2 a Madonna passando per Alicia Keys, Paul McCartney, Roots, Arcade Fire, Miley Cyrus, Pharrell Williams. La società si chiama Maverick, come l’etichetta discografica fondata nel 1992 da Oseary con Madonna, e si è data una mission ambiziosa: trovare nuove fonti di guadagno a fronte di un’industria discografica dai numeri sempre più sconfortanti. Nell’accordo è coinvolta anche la A-Grade Investments, società di venture capital fondata da Oseary con l’attore Ashton Kutcher e l’investitore Ron Burle, che ha interessi in Uber, Soundcloud, Shazam.
Se c’è una cosa che non manca a Oseary è proprio l’ambizione: è l’uomo dietro l’accordo da 100 milioni di dollari fra U2 e Apple che ha portato l’album degli irlandesi Songs of Innocence nella “nuvola” di mezzo miliardo di persone. Mentre il mercato discografico langue, e in agosto ha toccato negli Stati Uniti il minimo storico, Maverick cercherà opportunità al di fuori dalla discografia. Se l’accordo con la Apple è sembrato a molti l’ultimo disperato tentativo di valorizzare iTunes come negozio da cui acquistare la musica a fronte della crescita dei servizi in streaming, i supermanager si dicono pronti a sfruttare ogni opportunità derivante dallo sfruttamento dei diritti d’autore, dalle nuove tecnologie, dai beni di consumo. Non cercheranno di convincerci a comprare compact disc e file digitali. Cercheranno i soldi altrove. Per elaborare il lutto per la morte del disco con un ricco banchetto digitale.
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